Di ESG e di Turismo: il Protocollo Queervadis Certified

Tra gli effetti generati dal Covid-19, oltre all’emergenza sanitaria mondiale ancora in corso, grande impatto ha avuto il sovraccarico di informazioni inerenti non solo la salute e la sua cura, ma anche inerenti temi della sostenibilità. Dato ormai per assodato che la virulenza pandemica è esacerbata dall’irresponsabile saturazione da inquinamento atmosferico; consapevoli (forse) che la responsabilità della crisi ambientale è dovuta alle azioni umane, ecco che molta comunicazione si orienta verso i temi della sostenibilità ambientale (environment), Sociale (social) e di gestione delle risorse (governance): in un acronimo, ESG.

Ancora oggi, è diffusa l’idea che la sostenibilità abbia a che fare solo con l’ambiente, con l’ecologia, con il “green”. In effetti, questa percezione è monca, in quanto non considera il pesante impatto del fattore umano come causa primaria dei problemi ambientali. La convinzione che si possa crescere all’infinito in termini economici, le criticità ambientali dovute alla sovrappopolazione del pianeta, l’urgenza dettata dall’alimentare quasi 10 miliardi di individui, la speculazione economica di cui sono vittime i Paesi ancora in via di sviluppo – il gap, in termini di qualità della vita si è dilatato durante la pandemia –, devono indurre a spostare l’asse della ricerca di sostenibilità sul sociale.

La sostenibilità sociale nel mondo occidentale, intesa come impegno civile volta a rendere sempre più equa la percezione di benessere, parte – soprattutto – dai luoghi di lavoro, dalle aziende. L’etica aziendale deve includere non solo la riduzione di esternalità negative sull’ambiente e sul territorio in cui essa insiste, bensì deve includere una governance interna giusta, attenta alle esigenze delle persone, che sia voluta ed applicata con rigore e senza sbavature: rispetto della sicurezza, delle leggi sul lavoro, paghe eque…

La sostenibilità sociale si radica quindi nella percezione di una società equa e rispettosa di ogni persona, di cui si valorizzino le diversità, come fossero talenti che contribuiscono al bene comune e favoriscono la comprensione del mondo. Tra queste, le diversità di genere, di orientamento sessuale, che spesso vengono ridotte al binomio uomo-donna, dimenticando quelle identità che non sono binarie e che si identificano nella comunità LGBTQ+.

Mobbing, stalking, bullismo sono solo alcune delle azioni deprecabili di cui la comunità gay è spesso vittima e che inibiscono la libera espressione della propria personalità, del proprio talento, delle proprie passioni. E questa situazione si verifica anche nel turismo leisure e d’affari – non sempre aderente al concetto di “ospitalità”- , quando il viaggio può diventare la ragione di confronto con realtà che condannano l’omosessualità.

La riconquista di un mondo in cui ogni essere umano possa esistere, passa dall’inclusione, dal rispetto per il diverso. Diventare ambasciatori di questo auspicabile “new normal” è l’obiettivo perseguibile anche attraverso l’adozione di linee guida, di protocolli che aiutino le aziende, gli enti pubblici ed istituzionali a generare ambienti e mercati sempre più attenti alle esigenze ed alle aspettative anche della comunità LGBTQ+.

Il Protocollo Diversity&Inclusion di Sonders&Beach Italy, redatto in alleanza con AITGL (Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbian), denominato “QueerVadis Certified” è il primo strumento consulenziale e formativo in Italia, che sta aiutando numerose aziende turistiche ed istituzioni a migliorare la loro percezione di entità inclusive, concretamente coinvolte in azioni di governance che associno alla “brand identity” l’impegno verso la sostenibilità sociale, come anche definito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  (PNRR).

L’urgenza di mettere in atto azioni di inclusione e riconoscimento delle diversità operato dal Protocollo “QueerVadis Certified” per il turismo non è procrastinabile. Ad ottobre 2022, Milano sarà la sede della 38^ Convention Internazionale IGLTA (International Gay and Lesbian Travel Association), per la prima volta in Italia. L’occasione di parlare di un’Italia davvero ospitale. Non solo bella, rispettosa della lunga tradizione di accoglienza che da secoli la contraddistingue.

Non facciamoci trovare impreparati!

 

© Image AdobeStock

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto